Mala movida: continua l'impegno di D.O.G. Con i giovani aretini. “Problema ridimensionato”
ArezzoTV
D.O.G. è un acronimo che sta per “dentro l'orizzonte giovanile” e gli operatori di questa realtà aretina, ci sono entrati davvero nel mondo dei giovani e giovanissimi.
Tutto nasce circa tre anni fa, quando la cronaca raccontava continuamente di giovani violenti, che abusavano di alcol e quando la cosiddetta “mala movida” era praticamente notizia di ogni fine settimana. Da Piazza della Badia all'uscita dei locali notturni, fino alla settimana che precede la Giostra e ogni evento di aggregazione giovanile.
Qui l'intervento degli operatori di strada, grazie al quale il problema si è molto ridimensionato.
Ai ragazzi viene spiegato come il divertimento può essere “sicuro”.
“Ci stiamo concentrando sui giovani dai 14 anni in su, perché proprio dai 14 anni c'è il primo approccio con i luoghi della movida – afferma Roberto Norelli D.O.G. - quindi li prepariamo ad affrontare questo momento con un divertimento sicuro, tranquillo, nei limiti della legalità. L'intervento più importante è sull'abuso di alcol”.
Gli operatori stanno fuori dai luoghi di divertimento e propongono ai ragazzi delle informazioni a loro utili per capire ad esempio come l'alcol agisce nella capacità cognitiva.
“Utilizziamo lo stesso strumento che hanno le forze dell'ordine (il test precursore etilometrico, detto anche test precursore ndr) – ci racconta Luca Norelli D.O.G – si soffia dentro e si scopre il nostro tasso alcolemico. Sottoporsi al test è ovviamente su base volontaria e sono gli stessi ragazzi a chiederlo”. La percezione del proprio stato, quando si è bevuto, è spesso molto lontana dalla realtà, come ci spiega Kevin, un peer educator (figura formata dalla stessa associazione D.O.G. di supporto agli operatori di strada). Per questo l'intervento dell'associazione è strategico.
“In piazza usiamo a che gli occhiali ALCOLVISTA (strumento per la percezione visiva dello stato di ebbrezza ndr) – ci racconta Kevin – quando si beve, il corpo si adegua gradualmente all'alcol che entra in circolo, questi occhiali ci danno la percezione chiara e netta della distorsione che il corpo sta subendo”.
Kevin è uno dei tanti peer educator formati grazie agli incontri nelle scuole e non solo proprio dall'associazione D.O.G. Sono ragazzi che a loro volta diventano amplificatori di un messaggio nei confronti dei loro coetanei e che operano assieme ai professionisti che l'associazione mette in campo. Ne sono stati formati solo nel 2023, circa 150.
“Vedevo la postazione in giro e mi sono incuriosita – ci racconta Martina un'altra peer educator – la cosa che mi è piaciuta di più è che si costruisce una comunità partendo dall'informazione. Si costruiscono dei rapporti che portano poi alla consapevolezza”.
Ad oggi sono al massimo 15 gli interventi durante il fine settimana per ragazzi che hanno abusato di alcol, ma nessuno richiede l'intervento del 118. I risultati, ne sono convinti tutti, sono arrivati anche grazie alla continuità. "E' stata rinnovata la collaborazione con gli operatori di strada – ha spiegato Federico Scapecchi assessore alle politiche giovanili del comune di Arezzo - presenza fissa in piazza della Badia e in centro, con particolare attenzione agli eventi cittadini dedicati ai giovani anche fuori dal centro, ai locali notturni e alle settimane del quartierista. Una presenza particolarmente efficace che ha determinato una notevole diminuzione dei disagi legati alla mala movida". Problema risolto? No certamente, l'abuso di alcol è ancora molto diffuso, ma si lavora sulla prevenzione. “Lavorare con i ragazzi significa lavorare alla base dei problemi – conclude Luca Norelli – dobbiamo avere la percezione che hanno i giovani quando si affacciano al mondo, essere parte della loro vita e parlare con loro”.