Eccidio di San Polo, Laura Ewert chiede scusa per il massacro che ordinò suo nonno
ArezzoTV
“Sono molto felice di essere qui e di aver sentito così tante storie. Non me dimenticherò mai, resteranno nel mio cuore. Io spero di poter tornare”.
Così Laura Ewert, tedesca, giornalista di professione, nipote del colonnello Wolf Ewert, comandante del 274° reggimento della Wehrmacht, che ordinò l’Eccidio San Polo, ha chiesto scusa alle vittime e ai loro parenti.
Oggi Laura è venuta a San Polo, frazione del comune di Arezzo, per le celebrazioni in ricordo delle vittime di questo massacro avvenuto il 14 luglio di 80 anni fa.
Quella di San Polo è una storia fra le più terribili in Toscana.
In tutto 48 le persone che furono costrette a scavarsi la fossa nel giardini di Villa Gigliosi, poi li fecero saltare in aria con la dinamite. In altri 16 vennero uccisi nella vicina località di San Severo.
Il colonnello Wolf Ewert, nonno di Laura, è morto prima delle indagini avviate dalla procura militare di La Spezia.
Laura ha depositato un mazzo di fiori bianchi al cippo in memoria delle vittime che si trova proprio nel luogo dell’eccidio e dopo la S.Messa che si è tenuta nella Pieve di San Polo, ha voluto rivolgere un pensiero a tutta la comunità.
“E' difficile parlare con voi oggi sotto il peso del passato che ci lega – ha detto Laura in chiesa – oggi sono qui con voi per mantenere viva la memoria di quei terribili crimini. Di questi sono responsabili mio nonno e altri. La mia generazione è cresciuta in un Europa pacifica. Noi ci stiamo accorgendo di quanto questa pace possa essere fragile. Credo fermamente che l'incontro e il dialogo siano una cura. Mi sta molto a cuore la volontà di capire, riconoscere l'altro e la sua sofferenza. Parliamo insieme del dolore, dovrà servire a ricordarci l'importanza di proteggere la coesistenza pacifica con tutte le nostre forze”.
Sempre con lei in questa giornata Alessia Donati, nipote di una delle vittime e Udo Gümpel, giornalista della Tv tedesca, in prima fila assieme allo storico Carlo Gentile e Christiane Kohl, nella caccia alla verità e ai colpevoli delle stragi.
“Sono molto emozionato – ha detto Udo Gümpel – sono rarissimi i casi dei parenti degli autori delle stragi che si sono resi conto di quello che era accaduto. Anche per il fatto che gli stessi autori non hanno mai raccontato ai familiari quello che veramente era successo e quando sono stati scoperti hanno cercato di negare. Quando chiesi a Klaus Konrad, responsabile della strage di San Polo assieme a Wolf Ewert, se fosse pentito mi rispose che la cosa non lo toccava in modo particolare. “No non mi pento”, mi disse”.
Oggi alla cerimonia aretina anche un rappresentante dell'ambasciata tedesca, tutte le autorità locali, le associazioni del territorio e il presidente del Consiglio Regionale della Toscana Antonio Mazzeo. A rappresentare il comune di Arezzo, l'assessore Alberto Merelli.