Polizia: 22 anni dopo il ricordo di Petri ucciso dalle Nuove Br
Polizia: 22 anni dopo il ricordo di Petri ucciso dalle Nuove Br
Sono passati 22 anni dal quel 2 marzo 2003, “ma sembra ieri” afferma Alma la vedova si Emanuele Petri, il Sovrintendente della Polfer di Terontola ucciso dalle Nuove Br sul treno Roma - Firenze all'altezza della stazione di Castiglion Fiorentino, nell'Aretino.
Ieri, “in una domenica piovosa e grigia proprio come 22 anni fa”, ha ricordato il sindaco di Castiglion Fiorentino Mario Agnelli, sono state due le cerimonie nell'Aretino, una a Camucia e una a Castiglion Fiorentino.
“Il sacrificio di uomo buono e gentile, medaglia d'oro al valore civile - afferma Maria Luisa Di Lorenzo Questore di Arezzo – sia un insegnamento oggi ancora più di ieri. La figura di un poliziotto che viene trucidato dai terroristi, mentre svolge il suo dovere, ha ancora oggi un suo valore e la memoria è un esempio soprattutto per le nuove generazioni”.
Petri, assieme al collega Bruno Fortunato si trovava su quel treno e stava svolgendo il suo lavoro, come sempre. Fu durante un normale controllo che Petri e Fortunato chiesero i documenti d'identità a due viaggiatori, poi rivelatori esponenti delle Nuove Br, Mario Galesi e Nadia Desdemone Lioce. I due esibirono documenti falsi, i poliziotti si accorsero dell'incongruenza e così fu Mario Galesi ad estrarre la pistola puntandola al collo del sovrintendente Petri e intimando agli altri poliziotti di gettare le armi. Uno dei due poliziotti obbedì, gettando la propria pistola sotto i sedili del convoglio, ma Galesi sparò alla gola di Petri, uccidendolo sul colpo e sparando anche contro Fortunato, che, nonostante le gravi ferite, riuscì a rispondere al fuoco di Galesi ferendolo a morte. Il brigatista morirà successivamente in ospedale. Nadia Desdemona Lioce, invece, venne arrestata e grazie ad un'inchiesta e ad processo, scaturiti proprio da questo arresto, le Nuove Br vennero smantellate.
“Sono stata ormai nel 2011 sulla tomba dell'assassino di mio marito – afferma oggi la vedova di Petri, la signora Alma - me lo ricordo bene, perché era il giorno di San Francesco. Pensavo di provare odio, invece non ho provato nulla. L'odio non fa vivere bene, la memoria di quanto accaduto è fondamentale soprattutto per le nuove generazioni. Di Emanuele manca la sua presenza, a volte mi sembra che sia successo ieri”.
La vedova in tutti questi anni si è spesa molto per portare ai giovani la storia di Emanuele.
Le celebrazioni a Camucia, comune di Cortona, sono state ospitate proprio nel parco pubblico intitolato ad Emanuele Petri, un parco vissuto da tanti bambini e famiglie.
“Potevamo intitolargli una piazza o una strada – afferma Luciano Meoni sindaco di Cortona – ma abbiamo preferito un parco, proprio per dare valore all'uomo Emanuele Petri. Un uomo che amava profondamente la vita e i giovani”.
Nella cerimonia che si è tenuta alla stazione di Castiglion Fiorentino, che ha visto la presenza di tutte le autorità tra cui la deputata della Lega Tiziana Nisini, anche una rappresentanza di studenti dell'IC Castiglion Fiorentino e il Sindaco del Consiglio Comunale dei Ragazzi Nicolò Di Domenico che ha definito Petri nel suo intervento “un eroe moderno”, la cui memoria non sarà mai dimenticata. “Faremo di tutti per mantenere vivo il ricordo – ha detto il sindaco Mario Agnelli – e tramandare ai giovani il valore e il messaggio del sacrificio di Emanuele Petri”.
Un sacrificio comune ai “tanti poliziotti, carabinieri e militari italiani – ha ricordato il Prefetto di Arezzo Clemente Di Nuzzo – che danno la loro vita nell'adempimento del loro dovere. Da queste vicende scaturisce un messaggio molto chiaro: dietro l'adempimento di questo dovere, c'è la difese dei nostri diritti”.
Redazione
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