Assunzioni in sanità. La Fp della Uil: "il sistema rischia il collasso"
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Iconti, al netto delle cessazioni e dei reclutamenti, non tornano. Almeno secondo le elaborazioni della Uil Fpl Toscana che sul piano delle assunzioni della Asl Toscana sud est ha più di qualche perplessità. "Anche se il totale - spiegano dal sindacato - risultante dalla somma dei dipendenti che hanno lasciato il servizio e quelli che sono entrati dal 2021 al 2024 per il momento è positivo ci sono aspetti che ci preoccupano e non poco". Così come reso noto anche dai rappresentanti dei lavoratori il saldo conta su un incrementi di 82 dipendenti in più rispetto agli anni passati. "Ma questo non ci rassicura", aggiungono da Uil. Per quale motivo? Per trovare una risposta al quesito è necessario prendere in considerazione vari aspetti. Inanzi tutto i dati del 2021. "Quello è stato - continuano dal sindacato - è stato l’anno di maggiore implementazione delle assunzioni in tutta l’area vasta sud est: a fronte di 682 cessazioni tra dirigenza (146) e comparto (536) il piano assunzioni ha visto l’entrata di ben 978 nuove figure. L'anno venne chiuso con un totale di 296 nuove unità". La situazione è presto cambiata però. "L'inversione di tendenza è arrivata l'anno successivo per poi confermarsi anche nei mesi successivi sino ad arrivare a oggi. Per il 2022 sono state 583 le cessazioni e 480 le assunzioni, con una riduzione di 103 unità. Nel 2023 le cessazioni sono state 561 e i nuovi assunti 506, con uno sbilancio di 55 unità. Nel 2024 le cessazioni si dovrebbero attestare sulle 558 unità, mentre si parla di 502 assunzioni, confermando il trend negativo di 56 unità. Per il 2025 e il 2026 la tendenza che sembra emergere è ancora quella di coprire parzialmente e in maniera non sufficiente le cessazioni e questo comporterà un ulteriore decremento del personale che farà diventare negativo il bilancio complessivo".
Ai numeri poi vanno aggiunge considerazioni di carattere sociale e demografico secondo la Uil. "La Asl sud est è senza dubbio quella più estesa dal punto di vista territoriale, dove sono presenti aspetti orografici complessi e una popolazione distribuita in piccoli comuni e realtà agricole, risulta penalizzata e poco attenzionata in ambito regionale. Questa situazione è preoccupante – affermano Sergio Lunghi, segretario Uil Fpl area vasta sud est, e Luciano Fedeli responsabile sanità Uil Fpl – per i livelli occupazionali, per i servizi ai cittadini e per la tenuta del sistema pubblico che rischia, nel prossimo futuro, di collassare. Le responsabilità di tutto questo si scaricano sulle aziende che non possono certamente proseguire nell’inventarsi soluzioni o pensare di fare miracoli con un personale sempre più ridotto. Le ore aggiuntive, la chiusura estiva di attività, il sempre più pressante carico di lavoro che grava sulle strutture e si riverbera su lavoratori e cittadini, necessità di un cambio di passo con scelte che rimettano al centro il sistema sanitario pubblico, la dignità del lavoro, la tutela della salute e i diritti dei lavoratori. Sempre più sono indispensabili interventi strutturali da parte del governo centrale e della Regione evitando il rimbalzo di responsabilità tra gli uni e gli altri ma mettendo a punto piani con al primo posto l’adeguamento degli organici e una migliore organizzazione se non si vuole avere ospedali con reparti chiusi per coprire altri servizi e case di comunità che non potranno funzionare se dentro non ci sono dotazioni di professionisti in grado di dare risposte ai cittadini e lavorare in condizioni di serenità e sicurezza".