• Canale 81 DT
  • Cronaca
  • Morti all'Archivio di Stato, le difese: "Saviotti e D'Agostino, non erano datori di lavoro"

Morti all'Archivio di Stato, le difese: "Saviotti e D'Agostino, non erano datori di lavoro"

| durata 00:03:04


ArezzoTV

“Il Ministero è il grande assente. Ad esso stava la gestione e la protezione delle persone che hanno dato anche la vita”. A parlare, a margine dell'udienza di ieri presso il tribunale di Arezzo per i due morti all'Archivio di Stato, è l'avvocato Simone De Fraja, difensore dell'ex direttore Claudio Saviotti.
Filippo Bagni e Piero Bruni, due dipendenti dell'Archivio di Stato di Arezzo, il 20 settembre del 2018 persero la vita asfissiati dal gas argon fuoriuscito dall'impianto antincendio.
Per quanto accaduto sono processo, per reati diversi, 11 imputati. Per loro sono state richieste condanne fino a un massimo di due anni. Per un unico imputato, la pm ha chiesto l'assoluzione.
“L’inidoneità a qualificare come datori di lavoro Saviotti e D’Agostino – afferma l'avvocato Saltarelli - deriva dalla mancanza di più requisiti di legge tra cui l’impossibilità di scegliere la RSPP essendo stata avocata dal Segretariato Generale tutta la materia afferente la prevenzione e la sicurezza oltre alla dimostrata mancanza di autonomia di spesa. Inoltre è impossibile non rilevare che tutti i tecnici che hanno affiancato i direttori degli Archivi di Stato ante e post convenzione Consip non abbiano valutato il rischio argon.”
In aula sono stati anche ricordati, producendo documentazione specifica, i corsi di formazione destinati agli operatori dell'Archivio.
“I corsi di formazione – afferma l'avvocato Simone De Fraja - dovevano in qualche modo mettere a conoscenza tutti i dipendenti dei rischi che l'argon comportava, ma questo non è mai stato fatto e abbiamo prodotto proprio un giudizio gli attestati di partecipazione del nostro assistito. Dietro l’attestato di partecipazione c’è proprio il programma scritto e mai compare l’indicazione: oggi si tratta dell’argon, oppure oggi si tratta del rischio chimico. Prova ne è che il Documento Valutazione Rischi redatto da lgeam Srl non contiene alcun riferimento al rischio chimico per i lavoratori.
Una mancanza gravissima – conclude il legale - perché ovviamente se l’avessero saputo in qualche modo si sarebbero certamente regolati in maniera differente”.
Ogni udienza ricorre il pensiero ai colleghi che non ci sono più e al fatto che lungo quelle scale, dove Filippo e Piero hanno trovato la morte, ci potevano essere anche tutti gli altri.
Materia, quella della sicurezza, è stato ribadito, che non era di stretta competenza dei due direttori.
“La tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro avrebbe dovuto essere affidata gestita e tutelata da Igeam in virtù della convenzione tra Segretariato Generale - Ministero e la CONSIP – afferma l'avvocato Roberto De Fraja - le varie e ripetute richieste di finanziamento da parte dei direttori, richieste proprio in materia di prevenzione e sicurezza, da parte del Ministero dal 2015 al 2017 più volte non sono state ascoltate ed evase. Poi il tragico incidente.
Altre tre le udienze: si torna in aula il 20 marzo, il 3 di aprile e il 17 aprile, quando, salvo eventuali repliche, si potrebbe arrivare alla sentenza.

Altri video nella stessa categoria

Anche Arezzo si ferma per Gaza, due manifestazioni in città
00:02:42 - Venerdì, 03 Ottobre 2025
ArezzoTV
Clochard a Saione, intervento di ambulanze e polizia municipale
00:01:24 - Giovedì, 02 Ottobre 2025
ArezzoTV

Redazione

  • via Ramelli, 39 Arezzo
  • +39 0575 98 4439
  • Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Pubblicità

Arezzo TV
VIDEONEWS S.r.l.
Via Ramelli, 39 Arezzo

Direttore responsabile
Greta Settimelli

Partita Iva
01836590511

Reg. Trib.
AR 88/1988

Copyright © 2023 Arezzo TV. Tutti i diritti riservati.
Realizzato da Click & Fly Arezzo 2023 Soluzioni web  video  fotografia  drone
applicativo video yutub 2023 by clickandfly