Tumori, anche in Valdarno casi di glioblastoma. Mansueto:" ora un'indagine epidemiologica"
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“È vero che il dolore a volte ti fa esagerare nella battaglie che porti avanti, ma secondo me bisogna mettere in pratica quello che ha consigliato anche il professor Francesco Di Meco (cortonese, direttore del reparto di Neurochirurgia all’istituto Carlo Besta di Milano ndr). Cioè una mappatura di questi casi che sono accaduti nel nostro territorio per riuscire a capire per quale motivo sono avvenuti”.
A parlare è Armando Mansueto, valdarnese, presidente del Movimento Consumatori di Arezzo.
La figlia Martina è scomparsa nel 2023 all'età di 41 anni per un glioblastoma, lo stesso tumore che si è portato via i tre vigili del fuoco aretini e il giovane carabiniere Marco Calicchia (nel 2020 ndr).
Martina Mansueto era cresciuta a Santa Barbara, nel Comune di Cavriglia, siamo nel valdarno aretino. “Il Valdarno è una delle zone, dell'Aretino e della Toscana, più inquinate” - precisa Mansueto che si augura che la malattia venga indagata nel suo complesso all'interno del territorio aretino e che soprattutto sia una battaglia comune.
“Sarebbe un errore percorrere tutti strade parallele, perché secondo me bisogna guardare a questa malattia in maniera globale – afferma ancora Mansueto - prima era una malattia rara, oggi invece mi sembra che con questi casi si dimostri che non è più così. Basta vedere i casi del Valdarno.
Ho segnalato che già nel 2018, a Montevarchi, si sono verificati tre casi di persone di età compresa tra i 37 e i 43 anni; nel 2021, a Santa Barbara (Cavriglia), si sono registrati quattro casi.
Numeri importanti se pensiamo alla popolazione del Valdarno. Secondo me bisogna lottare insieme”. E poi prosegue: “gli esperti concordano sul fatto che oggi uno dei principali fattori scatenanti delle malattie tumorali è l’inquinamento ambientale”. E' su questo fronte che Mansueto spera in una battaglia comune da parte delle famiglie colpite da questi casi, che possa portare ad un'indagine epidemiologica con una precisa mappatura sul territorio.
“Ho più volte chiesto ai sindaci del Valdarno, alla Regione e al Ministero della Salute di avviare un’indagine epidemiologica sui casi registrati a Cavriglia, senza ottenere alcun riscontro – afferma Mansueto - al contrario, ora che si sono verificati tre casi tra i vigili del fuoco ad Arezzo, si registra finalmente un’attivazione delle istituzioni. Pur accogliendo positivamente questo impegno, mi chiedo perché la situazione del Valdarno non abbia ricevuto la stessa attenzione”.
Mansueto ha intenzione di contattare le famiglie dei tre vigili del fuoco e anche quella di Marco Calicchia. “L’unica maniera, a mio parere, per comprendere i motivi di questi tumori – afferma ancora Mansueto - è un’indagine epidemiologica precisa. Pertanto non è importante cosa facessero o dove lavorassero coloro che purtroppo sono morti. E' importante che siano morti della stessa malattia, che poi ha colpito anche altre persone”.
Una domanda su tutte.
“Perché per questa malattia si sono formati i cosiddetti cluster (dall'inglese “raggruppamento”, in epidemiologia, rappresenta un gruppo di due o più casi di una stessa patologia verificatasi in un determinato luogo e periodo temporale ndr)? - si chiede Mansueto.
Una domanda alla quale, secondo Mansueto, si può rispondere solo con una precisa indagine epidemiologica. “E' tutto da scoprire” - conclude Mansueto.