Vigili del fuoco morti dello stesso tumore, il Conapo scrive al sottosegretario Prisco
ArezzoTV
Il Conapo (sindacato autonomo dei Vigili del fuoco) ha scritto al sottosegretario agli Interni Emanuele Prisco per mettere in evidenza la vicenda dei 3 vigili del fuoco aretini, morti a distanza di poco tempo l'uno dall'altro di un raro tumore cerebrale.
Il sindacato dei vigili del fuoco afferma anche che nonostante "studi internazionali abbiano evidenziato il possibile legame tra l’esposizione ai Pfas e lo sviluppo di tumori cerebrali e che queste sostanze sembrerebbero essere contenute nei liquidi schiumogeni per uso antincendio e negli equipaggiamenti protettivi dei vigili del fuoco, in Italia non sono ancora state eseguite indagini approfondite tra i vigili del fuoco come il Conapo sollecita da tempo".
Poi un pensiero alle famiglie dei tre vigili aretini Mario Marraghini, Maurizio Ponti e Antonio Ralli: "I familiari dei colleghi deceduti hanno il diritto di avere risposte chiare dallo Stato e i vigili del fuoco italiani hanno il diritto di conoscere i loro rischi lavorativi per poi attuare idonee misure di prevenzione, vogliamo l’istituzione di un registro nazionale sulle malattie professionali dei vigili del fuoco e risposte su quanto accaduto ad Arezzo" ha spiegato Marco Piergallini segretario generale del Conapo.
Nelle scorse ore è emerso anche un quarto caso: riguarda un vigile del fuoco deceduto nel 2023 che per due anni aveva lavorato nel distaccamento di Bibbiena. La moglie ha raccontato la sua vicenda, molto simile a quella dei colleghi aretini, e si è unita alla richiesta di fare chiarezza su un eventuale nesso tra lo sviluppo della malattia e l'utilizzo di particolari dispositivi attraverso un'indagine epidemiologica.
Sul caso interviene anche Andrea Bindi, segretario provinciale CONAPO, sindacato autonomo dei Vigili del Fuoco.
"Quello che è successo nella storia recente del Comando di Arezzo non può essere ignorato. Ci ha segnato tutti. Tre colleghi e amici portato via in malo modo da patologie dalle origini e dal decorso estremamente simile hanno fatto accendere numerosi campanelli d'allarme sulle pericolosità "residua" legata al tipo di interventi che andiamo quotidianamente ad affrontare e che rischiamo di portarci dietro nei nostri dispositivi e nei nostri ambienti.
La storia dell'amianto la conosciamo tutti, oggi la sensibilità per quello è già abbastanza alta, ma sono moltissimi i mostri letali che si nascondono nei fumi di oggi. Non ultimi i PFAS, appunto.
È cambiato tutto.
Deve cambiare anche l'attenzione da parte nostra, ma soprattutto dell'amministrazione. Dobbiamo conoscerli e combatterli prima che sia tardi. Solo così non avremo perso invano i nostri amici."