Saione, i cittadini a Lucia Tanti sul clochard. "Non ci fermiamo ai CPR, vogliamo risposte"

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“I cittadini di Saione chiedono risposte concrete”. Così i residenti del quartiere di Saione, ad Arezzo, rispondono a quanto affermato nei giorni scorsi dal vice sindaco di Arezzo Lucia Tanti, in merito alla presenza del clochard polacco nei pressi della Chiesa di Saione. L'uomo, resosi responsabile di aggressioni fisiche e verbali e destinatario di un foglio di via, non è stato rimpatriato perché, come confermato dalle autorità, non c'era posto per lui nei CPR (Centri per il rimpatrio).
“Come cittadini del quartiere riteniamo doveroso chiarire alcuni punti – prosegue la nota - la presenza di questa persona nel quartiere, ed ora in piazza, è conosciuta ormai da anni, così come numerose sono state le segnalazioni di comportamenti aggressivi e di episodi di grave degrado che sfociano in una grave situazione igienico-sanitaria. Residenti e commercianti hanno chiesto più volte interventi, senza che la situazione trovasse, ad oggi, una soluzione stabile.
Umanamente comprendiamo il grave stato psicofisico di questa persona e principalmente riterremmo compito delle nostre istituzioni locali valutare percorsi di accoglienza e di supporto sociale. Ove questo fosse impossibile, riteniamo doveroso chiedere di trovare soluzioni stabili per salvaguardare i cittadini e commercianti da questa grave situazione”.
Critico l'intervento dei cittadini rispetto alla questione CPR. “Non possiamo accettare che le responsabilità si fermino ai CPR – proseguono - che peraltro riguardano principalmente cittadini extra-UE. Ci risulta, invece che, la normativa europea (Direttiva 2004/38/CE, recepita in Italia dal D.lgs. 30/2007) preveda che anche i cittadini comunitari possano essere allontanati dal nostro paese se privi di lavoro, dimora e mezzi di sostentamento. La comunità di Saione non può continuare a sentirsi sola di fronte a episodi che generano insicurezza e disagio”. Quindi l'appello a tutte le istituzioni. “Chiediamo a gran voce, che le istituzioni competenti, Comune e Prefettura – affermano i cittadini - ognuno per le proprie responsabilità, valutino la migliore e fattibile risposta nell’interesse di tutti e quindi o un percorso di accoglienza, o un rimpatrio effettivo. Non è accettabile che il problema resti sospeso all’infinito a danno di un intero quartiere. Cogliamo questa occasione per ricordare che nel quartiere questa non è l’unico caso di senza tetto che vivono abbandonati a sé stessi ai margini di una comunità, che però giornalmente ne subisce i comportamenti ed il degrado incessante .” Firmato “Saione viva”.

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