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Saione (Arezzo), mancato rimpatrio per il clochard polacco destinatario di un foglio di via

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“In Toscana oltre alle liste dei attesa in sanità, abbiamo le liste di attesa anche per i rimpatri di persone con il foglio di via e che quindi devono lasciare le nostre città”. A dirlo è il vice sindaco di Arezzo Lucia Tanti commentando quello che è accaduto giovedì 25 ottobre a Saione. In seguito alle tante segnalazioni da parte dei cittadini, il clochard che da mesi staziona di fronte alla Chiesa di Saione e destinatario di un foglio di via, era stato accompagnato in un CPR (Centro per il rimpatrio), ma essendo quest'ultimo sovraffollato, l'uomo è stato riportato ad Arezzo.
Si tratta di un soggetto che spesso si è reso protagonista di aggressioni, sia verbali che fisiche, a passanti e residenti. Più volte è stato visto anche defecare, nell'aiuola di fronte alla Chiesa di Saione.
“Fa letteralmente il suo comodo – ci aveva detto un commerciante – inizia a bere la mattina presto, fa i suoi bisogni e spesso dà in escandescenze aggredendo chi passa. Bisogna stare attenti”.
Giovedì il tentativo di rimpatrio, andato a vuoto. “Proprio ieri (il 25 settembre ndr) un cittadino comunitario con un "foglio di via" che da mesi deve lasciare la nostra città – commenta Lucia Tanti - non ha trovato (di nuovo) posto nei CPR e quindi e' ancora qui pur non avendo ragione, ne' motivo, ne' diritto di esserci”.
I CPR, questione che sta infiammando in questi ultimi giorni il dibattito politico, sono strutture di detenzione amministrativa dove vengono trattenuti cittadini stranieri (extracomunitari) privi di un documento di soggiorno regolare, in attesa dell'esecuzione di un provvedimento di espulsione dal territorio nazionale. In Toscana non ce ne sono. In questo caso, però, essendo il clochard di nazionalità polacca, si tratta di un cittadino comunitario.
“Sì i CPR per legge sono destinati ai cittadini extracomunitari, lui è un comunitario – conferma Lucia Tanti - tuttavia i CPR sono anche dei luoghi dove per brevissimo tempo vengono accolti i cittadini comunitari destinatari di decreti di espulsione o fogli di via prima di essere rimpatriati. Una sorta di anticamera al rimpatrio. Se però i CPR sono eccessivamente affollati e altre persone non possono essere accolte, questa condizione di sovraffollamento ha impedito il passaggio numero uno cioè far uscire dalla città di Arezzo questa persona e successivamente il rimpatrio in Polonia”.
Di fatto una situazione di difficile soluzione a breve termine.
“Se i Comuni istituiscono le "zone rosse" – conclude la Tanti - la Polizia Municipale e le forze dell'ordine fanno il loro mestiere, i fogli di via si emettono perché ricorrono gli estremi per l'allontanamento ma poi il percorso si blocca perché' non ci sono posti nei CPR e queste persone restano "per forza" nelle nostre citta', allora mi chiedo: ma chi tutela i Comuni e gli operatori della sicurezza (tutti) nel fare il nostro dovere che e' quello di proteggere i nostri cittadini?”

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