Reperti nel cantiere ex Enel. La Soprintendentenza: "saranno analizzati, cantiere in attività"
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Ancora una volta è l'Arezzo antica a riaffiorare in un cantiere della città. Si tratta del cantiere sorto al posto dell'ex palazzo Enel di via Petrarca, ora demolito. Qui è tornata alla luce un'antichissima struttura che si ritiene possa essere legata al corso d'acqua del Castro.
Un'opera fluviale in legno la cui datazione ancora non è certa. Si oscilla in un arco di tempo che va dal I secolo avanti Cristo al Medioevo. Un periodo, dunque, molto ampio. La Soprintendenza però assicura, niente stop al cantiere.
“Al momento stiamo indagando, è stato un ritrovamento abbastanza inaspettato a quella quota – afferma Ada Salvi funzionaria archeologa nella Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Siena, Grosseto e Arezzo - il centro di Arezzo è comunque tutto tutelato dal punto di vista archeologico, anche per quanto riguarda i lavori privati, come in questo caso.
Quindi è stata attivata l'assistenza archeologica in corso d'opera, quando sono iniziati i lavori di scavo e di demolizione del palazzo”.
Dagli scavi sono saltati fuori anche due manufatti, che però, assicura la funzionaria, sono di epoca moderna. “I due manufatti sono moderni c'è del cemento e del ferro – conferma la dottoressa Salvi - quelli verranno asportati. Quello su cui, invece, gli archeologi in questo momento stanno lavorando, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza, è la traccia di un paleo alveo, quindi di un vecchio corso di fiume, probabilmente il Castro oppure un canale ad esso collegato. Si stanno concentrando su degli oggetti in legno. Stiamo cercando di capire se questo materiale è stato portato dalla piena, oppure se si tratta di un manufatto artificiale, cioè fatto dall'uomo”.
Tra le ipotesi c'è quella che possa trattarsi di un pontile. Il cantiere però non ha subito stop.
Al posto del palazzo Enel, dovrà sorgere un moderno edificio residenziale con garage interrati, negozi sul piano stradale, appartamenti nei piani. Adesso i reperti in legno, coperti con teli, dovranno essere ripuliti e quindi asportati e analizzati.
“Si tratta di materiale organico – prosegue la dottoressa Salvi - si deve estrarre con una determinata procedura. Poi dovremo fare delle analisi per capire meglio la datazione. E' uno scavo fatto con la supervisione e la direzione scientifica della Soprintendenza. Per il momento il cantiere è comunque proseguito nelle sue attività”. Insomma, l'intervento degli archeologi, per il momento non avrebbe comportato rallentamenti sostanziali ai lavori.